Il prezzo dell’oro è un valore fluttuante che giornalmente assume valori differenti attraverso la contrattazione sui mercati. Nonostante ciò e a differenza degli altri metalli contrattati, la London Stock Exchange fissa due volte al giorno il cosiddetto gold price fixing, un prezzo di riferimento per il prezioso metallo. Sui mercati internazionali viene valutato, in maniera standard, con il rapporto in dollari per ogni oncia, anche se nel nostro Paese, per comodità di utilizzo pratico, la valutazione è solitamente espressa in euro per grammo.
Storia del prezzo dell’oro
Questo è ciò che oggigiorno regola il prezzo dell’oro: la sua storia però è davvero ultracentenaria e ha visto succedersi metodi e modalità di contrattazioni e regolazioni del prezzo differenti nel corso di questi anni. Sin dai primi del 1700 l’oro è stato utilizzato come lega preziosa a supporto del valore monetario delle valute mondiali. Le riserve auree, infatti, erano considerate una sorta di garanzia alla forza dello Stato in cui erano possedute e di conseguenza al valore della valuta del territorio. In questo ambiente, sino al 1933, le Banche Centrali e i governi di ogni paese cercarono di monitorare e regolare il prezzo dell’oro grazie alle parità con le valute. In quel periodo la più grande potenza economica mondiale, gli Stati Uniti, fissò il prezzo a circa 21 dollari per oncia.
Il secondo dopoguerra creò equilibri socio-politici ed economici che resero molto più difficoltosa questa regolazione e tutte le azioni messe in atto dalle Banche Centrali del mondo risultarono vane: nel 1968 venne dapprima introdotta la doppia gestione delle contrattazioni, fissando il prezzo per i mercati internazionali a 35 dollari per oncia, ma lasciando al libero scambio il fixing del prezzo tra privati; poi nel 1971 anche questo doppio regime fu abbandonato. L’oro fu così scambiato liberamente con le classiche fluttuazioni del prezzo, comunque limitate nel breve periodo dalla sua consueta non eccessiva volatilità, proprie dei mercati di scambio.
Il prezzo dell’oro oggi
E’ da sempre considerato un investimento difensivo e grazie alla sua stabilità, come detto, è spesso utilizzato come veicolo speculativo in caso di perdita di fiducia su una valuta. Non solo: il prezzo dell’oro, più di altri prodotti e metalli scambiati, è fortemente influenzato dall’offerta. E’ quindi necessario valutare con ponderazione da parte delle grandi imprese, spesso a controllo statale, la sua estrazione dai giacimenti. Infatti un controllo errato della produzione, con picchi produttivi in eccesso, potrebbe essere causa di crollo del prezzo dell’oro.
La stabilità di questo metallo non è così attendibile se il periodo di valutazione del prezzo dell’oro è più ampio: dal 1999, in cui il prezzo ha visto toccare uno dei sui minimi storici dell’era moderna, con circa 253 dollari per oncia (circa 6 euro al grammo), si è arrivati nell’estate del 2011 a sfiorare i 2.000 dollari per oncia (circa 45 euro al grammo). Nell’ultimo periodo l’oro si sta attestando con una discreta continuità sui circa 30 euro al grammo pari a 1.265 dollari per oncia.